I QUATTRO MORI: TRA STORIA E LEGGENDA #sardegna #bandiera #quattromori

4 mori

L’emblema dei 4 mori è uno dei simboli identitari, non riconducibili a un’entità statuale effettiva, universalmente più conosciuto. La tradizione sarda lo vuole strettamente legato alla vittoriosa resistenza dei 4 Giudicati sardi, coadiuvati dalle Repubbliche Marinare di Pisa e Genova, ai tentativi di conquista degli arabi, particolarmente alla spedizione di Mujahid, governatore di Denia e delle Baleari, nel 1016. Secondo la leggenda, il Papa Benedetto VIII consegnò ai pisani un gonfalone recante una croce bianca su campo rosso, al quale i sardi, dopo la definitiva cacciata degli Arabi, aggiunsero le quattro teste di moro. Nessuna documentazione storica ha mai avvalorato questa tradizione, a parte la citazione nella Cronaca del pisano Ranieri, risalente al 1450, successivamente ripresa da altri studiosi sardi.

Accanto alla tradizione sarda, se ne creò una spagnola che vedeva nei 4 mori lo stemma celebrativo della vittoria riportata da Pietro I d’Aragona nella battaglia di Alcoraz contro 4 principi arabi, nel 1096; la croce rossa, a sua volta, sarebbe stata dovuta all’intervento prodigioso e determinante, per le sorti della battaglia, di San Giorgio. Una variante di questa leggenda vedrebbe l’origine del simbolo nella vittoria ottenuta da Raimondo Berengario IV, primo re della corona unificata catalano-aragonese, contro i mori di 4 province catalane, intorno alla metà del XII secolo.

Sta di fatto che il primo documento storico in cui compaiono i 4 mori è il sigillo di Pietro II d’Aragona, detto il grande, del 1281, 16 anni prima del 1297, anno in cui Papa Bonifacio VIII infeudò il Regno di Sardegna e Corsica alla corona aragonese, per dirimere la controversia tra questa casata e gli Angiò, a seguito dei Vespri Siciliani. Anche i successivi sovrani aragonesi utilizzarono lo stesso soggetto, ancora privo di bende, per i loro sigilli.

Evidentemente, quando i catalano-aragonesi iniziarono a prendere possesso dell’isola, combattendo dapprima a fianco degli Arborea contro i pisani e in seguito contro gli stessi Arborea, si portarono appresso, oltre agli stemmi di Aragona (la croce appuntita) e di Catalogna (i 4 pali rossi su sfondo giallo), anche i 4 mori, considerati ormai simbolo identitario della corona aragonese. A testimonianza di ciò, lo Stemmario di Gerle, catalogo manoscritto illustrante tutti gli stemmi delle case reali dell’Europa del tempo, conservato alla Biblioteca Reale di Bruxelles e risalente al 1370-1386, al foglio 62 reca i tre stemmi in primo piano, con i 4 mori in posizione centrale e definiti come stemma del Regno di Sardegna.

Così iniziò il rapporto di identificazione dei sardi con l’emblema tetramorato che subì numerose variazioni sul tema, nel corso dei secoli: i mori rivolti a sinistra, a destra, frontali, opposti; coronati, a capo nudo, senza bende, bendati sulla fronte, bendati sugli occhi. Sotto quell’emblema, Filippo II istituì i Terçios di Sardegna, corpi militari speciali composti inizialmente composti da soldati e mercenari spagnoli, successivamente sciolti e ricostituiti con truppe reclutate in Sardegna.

Col passaggio ai Savoia nel 1720, ai 4 mori, bendati negli occhi e rivolti a sinistra, venne sovrapposto lo stemma sabaudo: un’aquila con scudo rosso con croce bianca sul petto. L’emblema ereditato dagli aragonesi venne utilizzato per la monetazione del Cagliarese, coniato a Cagliari. Con l’Unità d’Italia, il simbolo divenne espressione della sola Sardegna, utilizzato dalla Brigata Sassari nella Grande Guerra, nelle epiche battaglie sul Carso. Emilio Lussu, che di quelle battaglie fu il più nobile testimone letterario, finita la guerra, lo scelse come simbolo del nascente Partito Sardo d’Azione. Dal 1952, è divenuto l’emblema ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna. L’ultima revisione, datata 2005, ha fissato le bende calanti sulle fronti e le teste rivolte a destra.

Quali motivi abbiano portato i sardi a identificarsi così visceralmente con un simbolo portato dagli invasori è difficile dirlo. A mio modesto parere, credo che, in primo luogo, lo abbiano trovato perfettamente calzante, in riferimento  al racconto ormai mitico che si tramandava delle vittoriose battaglie dei 4 Giudicati contro Mujahid; in secondo luogo, l’aver combattuto sotto quell’emblema, in particolare nei Terçios  contro i turchi e nel Carso contro gli austriaci, ha sicuramente rafforzato il legame identitario, fino a rendere i 4 mori una delle bandiere non nazionali (quantomeno in senso istituzionale) più riconoscibili al mondo.

bibliografia: Barbara Fois, Lo stemma dei Quattro Mori, Carlo Delfino editore, 1990.

Possono interessare:
LA RESISTENZIALE SARDA
IL FARAONE ERETICO E L’ORIGINE DEL MONOTEISMO
L’ARABA FENICE, I FENICOTTERI E I NURAGHI
RROMMBODDITTUONO E I CAVALIERI TETRAMORATI ALLA CONQUISTA DEL VELLO TRICOLORE
L’EPOPEA NURAGICA

Informazioni su albertomassazza

nessuna pretesa di verità, ma aprire qualche finestra
Questa voce è stata pubblicata in mito moderno e contrassegnata con , , , , , , . Contrassegna il permalink.

18 risposte a I QUATTRO MORI: TRA STORIA E LEGGENDA #sardegna #bandiera #quattromori

  1. Gianluigi ha detto:

    i Veri 4 mori erano e resteranno rivolti a sinistra e
    CON LA BENDA SUGLI OCCHI!!!

    • albertomassazza ha detto:

      La benda sugli occhi è stato un errore dei piemontesi; le teste rivolte a destra, decisione della giunta regionale, credo che sia una questione estetica, in considerazione che a sinistra c’è l’inferitura e dunque il pennone.

    • Fabio ha detto:

      Assolutamente d’accordo con Gianluigi.
      La storia di aver sbendato i mori e averli rivolti in direzione opposta all’inferitura è stata solo una scusa per spendere soldi pubblici a far rifare tutte le bandiere dei palazzi regionali e non solo. Mi piacerebbe proprio sapere a chi è andato l’appalto.
      Altro che patriottismo.
      E comunque, se non altro, i mori bendati e rivolti verso l’inferitura avevano qualcosa di unico e originale, non come queste quattro teste di moro di oggi che puzzano di conformismo e buonismo.
      Se dovessi sventolare una bandiera della Sardegna durante un’occasione pubblica non avrei dubbi e sceglierei quella del 1952. Tutto il resto è noia.

  2. francesco ha detto:

    ce dire degli elefanti nel edificio comunale di cagliari perche son statti tolti a chi davano noia volete cambiare la storia?

  3. ha detto:

    Per saperne da vero leggere di Franciscu Sedda “La vera storia della bandiera dei sardi” ed Condaghes

  4. mameli sergio ha detto:

    grazie x avere messo questa bandiera e ho letto la storia

  5. D’accordo su tutto tranne che nell’ultima parte: quella dei 4 Mori è la bandiera della Nazione Sarda a tutti gli effetti. La storia che lei stesso ha raccontato lo conferma, quando per Nazione si intende popolo che condivide la terra, la cultura, la storia e la tradizione.

  6. massimeddu zolo ha detto:

    tra le campagne del tercio di cerdenia anche a Napoli, Milano, Barcellona, Fiandre, come adesso la brigata Sassari mandata alle guerre internazionali. A Lepanto gli storici ufficiali dicono che i tercio non era composto da sardi ma da spagnoli di stanza in Sardegna. Nelle Fiandre il tercio de Cerdena fu sconfitto nella battaglia di Heiligerlee del 1568 e a questo si attribuirono le colpe della sconfitta per cui venne sciolto. La letteratura su questa battaglia indica i soldati del Tercio di Cerdena come sardi. La battaglia di Lepanto è del 1571 e in questo caso i componenti del tercio non sono indicati come sardi. Gran parte di queste notizie si trovano su internet se qualcuno puo indicare materiale per smerdare gli storici di regime o anche delle mie imprecisioni, sarebbe un lavoro politico

    • Leonardo Melis ha detto:

      a Lepanto non era IL TERCIO (MERCENARI SARDI) a combattere, ma LA GUARDIA REALE composta di SARDI al comando del MARCHESE di LACONI. Ho sufficiente DOCUMENTAZIONE per provare la lor presenza alla Battaglia. Compreso uno STENDARDO SARACENO CATTURATO dai SARDI, ancora oggi di proprietà dei MANCA di VILLAERMOSA. prova inequivocabile della loro presenza a Lepanto.
      Leonardo Melis

  7. è stato molto interessante leggere questo testo sui quattro mori. non ne sapevo niente e spesso mi ero chiesta che cosa volessero dire. condividerò sul profilo xchè i miei amici sardi ( che sono sicuramente e orgogliosamente più informati di me )si confrontino su quanto scritto,

  8. giovanni sanna ha detto:

    l’identificazione dei sardi con i quattro mori avviene nel novecento, quando si forma anche la coscienza nazionale dei sardi. E’ nel novecento che compare nelle illustrazioni, nelle lott e, etc. La coscienza dell’identità nazionale si forma nel novecento.

  9. Nicolo Buzzo ha detto:

    In piazza del Carmine venivano giustiziati i prigionieri e i delinquenti e prima che venissero giustiziati mettevano una benda sugli occhi ( per usanze non sarde).
    Una volta giustiziarono 4 mori fatti prigionieri in una delle tante battaglie e misero loro , come per tutti le bende sugli occhi e vennero decapitati.
    Le teste vennero esposte sulla torre di San Pancrazio per 6 mesi.
    I nobili che attentaroro alla vita del Vicere del regno di Sardegna, vennero decapitati a Palabanda sempre con le bende negli occhi e le loro teste vennero esposte sulla torre di S.Pancrazio per tre anni ( questa era la condanna iniziale, ridotta a sei mesi per volere dell’Arcivescovo di Cagliari.
    Altro che Sa die e sa Sardigna. si erano comportati da delinquenti comuni e non ci fu nessuna cacciata dei Piemontesi.

  10. Pingback: Storia della bandiera sarda | Sardegna: un'isola da esplorare e conoscere.

  11. Giacomo ha detto:

    Che bell’articolo e che bel blog, bravo Alberto!
    Non sapevo la storia dei 4 mori.
    Condivido a manetta.

  12. Pingback: Bon Courage

Lascia un commento