Il mito codifica una tradizione di racconto orale tramandata per generazioni, quindi esposta alle varianti di ogni possibile vuoto di memoria. Per questo la sua natura è nebulosa, plurisemica, ma soprattutto esemplare, in quanto comprende ogni possibile variante, ogni possibile interpretazione. Ed ecco, Icaro, al contempo hybris e nobiltà degli ideali, il sogno del volo, della libertà assoluta, ma anche la realtà del limite imposto.
Ho voluto vedere in Icaro il simbolo dell’artista che deve volare più in alto dei labirinti della burocrazia, delle paludi del senso comune, stando sempre ben attento a mantenere il sole ad una distanza utile all’osservazione.
Testo e musica di Alberto Massazza, arrangiamenti e cura video di Paolo Floris.
Registrato a Reggio Emilia nel 2007.
Son chiuso dentro il labirinto
Tra siepi morali contrarie all’istinto
Vuoti negli occhi gli spiriti zoppi
Sono invidiosi mi tengono stretto
Ma con le piume e la cera
Dedalo ha fatto le ali
E ora posso volare lontano
E col mio occhio segreto
Posso vedere ogni vizio
Ogni vizio nascosto nel buono
Visto dall’alto il mondo è vestito
D’onore e di gloria di un vuoto rito
Ma dentro al cuore è deserto
Ed il mio occhio segreto
È riuscito a vederlo nel buio
E da questo deserto
Ognuno cerca scampo
con menzogne distorte dal vuoto
Ma le mie ali di cera
Sfideranno anche il sole
E non si scioglieranno stavolta no