Nella temperie che, dopo il monolitismo della parte centrale degli anni ’70, veniva profondamente scossa dalla violenta iconoclastia del punk, dai raffinati narcisismi New Wave e dal dilettantesco avanguardismo No-Wave, in una San Francisco labilmente memore dell’epica stagione psichedelica di dieci anni prima, due giovani studenti di musica elettronica del locale City College, Steven Brown e Blaine Reininger, entrambi polistrumentisti, il primo con predilezione per sax e clarino, il secondo per il violino, decisero di mettere su una band, battezzata Tuxedomoon, in grado di convogliare i molteplici interessi in un sound originale che potesse rispondere in modo convincente alle invasioni provenienti da Londra e New York. Mentre i profeti della New Wave e della No-Wave ambivano a una sintesi degli influssi colti contemporanei e jazz sul piano del pop-rock, l’intento dei due giovani di San Francisco era quello di elevare la musica di consumo al livello della tradizione più colta…
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