Nel piano di rilancio regionale susseguente alla fine della II Guerra Mondiale, vennero decisi degli interventi per il recupero del patrimonio archeologico sardo. Nel nord della Sardegna, in particolare, su interessamento diretto dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione e futuro Presidente della Repubblica Antonio Segni, giurista di fama e appassionato di archeologia, l’attenzione si focalizzò su una collinetta artificiale sita in prossimità della strada che collegava Sassari a Porto Torres e nota come Monte d’Accoddi. Per l’eminente politico sassarese, la collinetta avrebbe potuto nascondere un tumulo simile a quelli dell’Etruria, ma l’opinione più ricorrente tra gli studiosi era che si trattasse di uno dei tanti nuraghi della zona. Tale era il parere anche di un giovane archeologo sardo in servizio alla Soprintendenza di Bologna, Ercole Contu, che, vista la penuria di archeologi in Sardegna, fu richiamato suo malgrado nell’isola per avviare la campagna di scavo nel 1952. Dopo aver vanamente ricercato l’ingresso della…
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