C’è progressive e progressive. C’è un progressive di stretta osservanza (si fa per dire, trattandosi di un genere che ha la contaminazione nel Dna) e c’è una cultura progressive che ha dominato le sonorità musicali per oltre un decennio. Ma, in sostanza, cosa intendo per Progressive? Un atteggiamento nato nella seconda metà degli anni sessanta, all’interno della cultura rock, tendente ad elevare quell’ambiente a una considerazione artistica che fino ad allora gli era stata negata. Era una generazione di musicisti che non si accontentava più della forma canzone pop con i suoi isterismi ormonali; spesso, erano ragazzi appartenenti alla buona borghesia e avevano studi musicali seri alle spalle. I loro interessi musicali spaziavano dal folk alla tradizione classica e contemporanea, dal jazz al rock; amavano tempi complessi e dispari e si annoiavano con i canonici 4/4; avevano il gusto per l’architettura narrativa e per la citazione letteraria.
Gli antefatti si…
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