Ho iniziato a giocare con le canzoni da bambino. A 10 anni rivoltavo i testi delle hits di quegli anni e rivoltando i testi, finivo per riplasmare le melodie. Le parole per me avevano il valore di annotazioni musicali. Ignorantissimo di teoria musicale, il testo era il mio spartito. Dalle parole sgorgavano direttamente la melodia e l’armonia. Ora che ho qualche cognizione di causa in più (neanche tante!), la musica la trovo direttamente sulla tastiera della chitarra e non ho più bisogno di associarla a parole per fissarla. Così, quasi una nemesi, mi capita sempre più spesso di comporre brani strumentali di cui non mi viene il testo. Allora mi devo rivolgere alle poesie scritte negli ultimi anni, come questa, del 2014 (presente in questo blog). Poi capita anche che il giro di accordi richiami una vecchia Hit degli anni ’80. E si ritorna a bomba.
https://albertomassazza.wordpress.com/2017/10/28/requiem-poesia-spiritolibero-pensiero-2/