E’ tutto mio questo abisso.
E’ inconfutabile, ora
che la solitudine s’è fatta cosmica.
Ma lo sapevo già, non volevo
colmare il baratro della mia anima
inghiottendo una musa, ma solo
invitarla a danzare sull’orlo
per rendermelo più tollerabile.
E’ tutto mio questo abisso.
Tu invece danzi sul mio disagio
con la leggerezza del tuo sadismo
e ti destreggi acrobatica
con un incantevole sorriso
che penetra il mio abisso
e ne trivella il fondo,
fino a farmi sembrare autentico
l’artificio del tuo stereotipo.