ZORRO, IL PESCECANE E LE DUE CERNIE #poesia #subacqueo #pesca

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Albertomassazza's Blog

squaloPare che lo chiamassero Zorro poiché, da giovine erede di Tritone, sguainava il suo spadino (giovine, certo, ma già contornato di riccia peluria) e lo sciabolava minaccioso in faccia ai coetanei comuni mortali che ambivano usurpargli il tridente. Lo chiamavano Zorro, ma la zeta alla fine gliela incisero nei polmoni le tante sigarette, gli occasionali emboli e il polo petrolchimico di Sarroch. Zorro, ma non aveva maschere, pieno il respiro del disinfettante salso del mare per ogni suppurante ipocrisia. La pancia sobbalzante ad ogni riso e mai un lamento; empatico e straziante, io lo ricordo ancora, quel 2 agosto del 1980 (e noi si stava ben lungi da Bologna, nella dilatante rilassatezza della spiaggia): “maledetti bastardi”  mi risuona ancora nell’orecchio, voce profonda, ma  innalzata dal tipico nasale casteddaio. Zorro, ma cavalcava intrepido gli abissi, illecito di bombole e sotto la minaccia dell’euforia d’azoto.

Quella mattina, sull’ammiraglia Laros del di lui…

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nessuna pretesa di verità, ma aprire qualche finestra
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