L’idea che gli uomini si sono fatti di Dio si è originata da due presupposti: la necessità di interpretare e spiegare i fenomeni naturali e il bisogno di sentirsi protetti di fronte alla precarietà della vita. A ben vedere, questi due presupposti sono antitetici: riportare i fenomeni naturali alla volontà di un creatore significa riconoscere un’entità in grado di esercitare arbitrariamente il proprio potere, indipendentemente dalla volontà degli uomini; viceversa, affidarsi a questa entità per ottenere la protezione, di fronte all’incombenza del male, presuppone la possibilità di creare un rapporto privilegiato col Dio. Da una parte, ci troviamo di fronte ad un Dio crudele che crea per proprio arbitrio, al di là del bene e del male; dall’altra, ecco un Dio misericordioso che soccorre il sofferente, a patto che questi osservi i suoi precetti. Il primo è specchio e misura della natura e ne giustifica la potenza fin negli aspetti più terrificanti; il secondo è proiezione del sentimento umano di inadeguatezza di fronte alla compiutezza armonica della natura. In pratica, si invoca la misericordia di Dio per ottenere protezione contro la sua crudeltà.
La saggezza antica aveva risolto questa contraddizione in modo semplice: innanzitutto ci stanno gli dei arbitrari che intervengono nelle sorti individuali a loro esclusiva discrezione, a prescindere dalla volontà degli uomini; secondariamente, ci sono le divinità minori e gli spiriti ad intercedere in favore degli uomini per ottenere la loro misericordia. Gli dei pretendono il sacrificio per placare la loro crudeltà, gli spiriti si accontentano dell’offerta di condivisione. L’idea del Dio unico contiene in sé questa contraddizione. Misericordia e giustizia convivono con crudeltà ed arbitrio. Il Dio provvidente è lo stesso che ha creato la cinica legge della sopravvivenza. Il Dio giusto è lo stesso che concede privilegi individuali. Si presenta come un padre, ma scarica sugli uomini ogni responsabilità del male. Il martirio è il sacrificio che pretende per l’affermazione del bene. I santi cristiani rispondono alla necessità di diversificare e personificare le richieste di intercessione degli uomini, ma la loro totale subordinazione al Dio unico non consente l’autonomia degli spiriti pagani. Nel culto dei santi persistono gli spiriti pagani, ma ridotti a pura rappresentazione.
Ottimo articolo, conciso ma chiaro, e dal contenuto sostanzialmente indiscutibile. Complimenti!
grazie!
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…le incongruenze sono nell’idea sballata che vi siete fatti di Dio…La vostra è decisamente una lettura analitica profondamente distorta dal carico dei pregiudizi e preconcetti, e aggiungerei anche da molta ignoranza….
L’ignoranza la lascio ai timorati di dio come te. Ridicolo che un pretino che si inalbera per un ragionamento libero mi accusi di pregiudizio. Vai a leggerti la tua Bibbia e non sconfinare in territori per te troppo perigliosi.