FEDE, ATEISMO, CONOSCENZA #sacro #religione #dio

deiEssere non credente o addirittura antireligioso non significa essere ateo. Il non credente non si riconosce in alcuna rappresentazione della religione, così come si è verificata storicamente; l’antireligioso si spinge oltre: reputa ogni manifestazione della religione come un limite alla libera conoscenza, inclusa l’indagine sul sacro e sulla possibilità dell’esistenza di Dio. Il credente, se non è esacerbato dal fanatismo, riconosce le altre fedi, salvo considerare la sua la più giusta, ma non accetta che si possa vivere un sentimento del sacro fuori dalle religioni; in pratica, assolutizza il percorso soggettivo, ritenendo necessario che il sentimento individuale sfoci in una rappresentazione collettiva del sacro; rappresentazione collettiva in cui, comunque, il credente mantiene un rapporto confidenziale con Dio, basato sulla fiducia nel suo potere di intercessione individuale, un privilegio in evidente contrasto con il sentimento di giustizia collettivo. Allo stesso modo, l’ateo assolutizza il proprio scetticismo nei confronti dell’idea di Dio, così come si è manifestata storicamente, fino a negarne aprioristicamente l’esistenza. Entrambi, più che indagare sulle ragioni delle loro rispettive posizioni, tendono a fossilizzarle nel dogmatismo, ricorrendo spesso alla strumentalizzazione e alla mistificazione. Così, per il credente ogni evento positivo o negativo, collettivo o individuale, viene riportato alla volontà di Dio, nonostante spesso gli eventi contraddicano l’idea di un Dio giusto e misericordioso. L’ateo, dal suo canto, considera ogni contraddizione nella professione della fede, così come si verifica nella realtà, come una prova della non esistenza di Dio. Entrambi non prendono in considerazione che Dio possa essere (o non essere) aldilà delle rappresentazione religiose a cui fanno riferimento.

Gnosi e agnosticismo si pongono in una prospettiva più aperta rispetto a quella di fede e ateismo. Da posizioni apparentemente contrapposte, sviluppano due percorsi paralleli che si possono aprire a una possibile complementarietà. La gnosi, quando non si fossilizza in una conoscenza ideologizzata, presuppone una ricerca costante e infinita della verità; in questo modo, lascia sempre aperta la porta all’agnosticismo, ovvero all’impossibilità di dimostrare empiricamente l’esistenza di Dio. L’agnostico, non escludendo aprioristicamente l’esistenza di Dio, rimane aperto al sentimento del sacro, anche qualora lo ritenga ininfluente per il suo stare al mondo. Sempre che non si presentino come posizionamenti che intendano mascherare, attraverso un superficiale esercizio di pensiero, rispettivamente una fede precostituita o l’ateismo, gnosi moderna e agnosticismo appaiono come le uniche vie percorribili per preservare la spirualità dalla totalizzante deriva materialista della società del benessere, garantendo al contempo l’autonomia della società dai condizionamenti di posizioni preconcette e generalizzate.

 

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nessuna pretesa di verità, ma aprire qualche finestra
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4 risposte a FEDE, ATEISMO, CONOSCENZA #sacro #religione #dio

  1. Mattia De Giosa ha detto:

    Scusami ma non condivido i termini che utilizzi, quando dici”Il credente, se non è esacerbato dal fanatismo, riconosce le altre fedi, salvo considerare la sua la più giusta, ma non accetta che si possa vivere un sentimento del sacro fuori dalle religioni” stai utilizzando il termine ‘credente’ in un accezione più ristretta di quello che significa. Credere non vuol dire aderire ad una fede, o ad una religione, si può credere ad es. in Dio, ma non condividere alcuna fede religiosa esistente.
    Allo stesso modo quando dici “Allo stesso modo, l’ateo assolutizza il proprio scetticismo nei confronti dell’idea di Dio, così come si è manifestata storicamente, fino a negarne aprioristicamente l’esistenza” anche qui riduci il significato che invece di essere di natura storica è di natura logico/scientifica, infatti l’ateo ritiene il sacro una sovrastruttura emotiva dell’essere umano priva di qualsiasi validità logico/scientifica.

  2. albertomassazza ha detto:

    Ho utilizzato i termini di credente e ateo non seguendo la mia personale definizione, ma nel significato con cui vengono utilizzati dal senso comune.

  3. Ezio ha detto:

    Dio non esiste.
    L’idea di dio sì.
    Purtroppo!
    In un altro post un credente ha insistito nel dirmi che anch’io sono credente.
    Gli ho risposto che potrei dire che credo nell’umanità.
    Ma proprio non mi riesce di chiamarla “fede”, io SONO un essere umano.
    Non ho mai incontrato nessuno che mi abbia detto: “Io non esisto” e nessuno che mi abbia detto “Io esisto”.
    La nostra esistenza non è mai in discussione.
    L’esistenza di dio è sempre in discussione, anche tra chi crede.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_divinit%C3%A0

  4. Federico Ciceroni ha detto:

    Non condivido affatto la sterile distinzione tra ateo, non credente, antireligioso o agnostico. Sono solo le solite etichette con le quali si vogliono catalogare le persone, nell’eterna visione errata che il pensiero sia così semplice e standardizzato da poter essere sintetizzato con un unico vocabolo.
    L’ateo non è colui, a differenza di quello che si pensa, che non crede nell’esistenza di dio per partito preso, senza ragionamenti logici o filosofici alla base e che niente e nessuno potrà mai fargli cambiare idea. L’ateo non crede in dio semplicemente perchè nessuno ne ha mai dato prova dell’esistenza. Punto. Quando tali prove verranno mostrate, gli atei cambieranno idea.
    L’esistenza di dio è una ipotesi, ma alla luce delle nostre conoscenze in campo scientifico e storico non ci sono dimostrazioni che la rendano una ipotesi plausibile, anzi è estremamente improbabile.
    Un ateo è un non credente e un non credente è un ateo.

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