SPARTACUS, L’ESSENZA DEL CINEMA IN UN FILM #spartacus #kubrick #kolossal #peplum

spartacus

Nel 1959, Kirk Douglas chiamò un poco più che trentenne Stanley Kubrick per rimpiazzare Anthony Mann, con il quale aveva avuto divergenze inconciliabili, nella regia di un kolossal di ambientazione romana,Spartacus, di cui Douglas era protagonista e produttore. Kubrick aveva già lavorato col celebre attore tre anni prima, in Orizzonti di gloria, finanziato dallo stesso Douglas. Ma se Orizzonti di gloria nasceva da un progetto autonomo di Kubrick, in Spartacus l’attore aveva anche mire da autore.

Il regista non si trovò a suo agio, impossibilitato ad avere carta bianca nelle scelte registiche, tanto da ripromettersi, per il futuro, di non accettare più proposte che non gli garantissero la massima autonomia. In particolare, Kubrick mal digerì di non poter dare fino in fondo un taglio politico al film, dovendosi in qualche modo conformare al clichè, allora di successo, del Peplum, il genere di ambientazione biblica o greco-romana. D’altronde, la stessa trama del film si prestava ad interpretazioni socialisteggianti che, in un periodo in cui era ancora fresca la memoria del Maccartismo, era ragionevole non palesare eccessivamente.

Nonostante ciò, Kubrick portò a termine il progetto e il risultato fu comunque straordinario: un film capace di coniugare l’intrattenimento di massa ad una approfondita analisi socio-politica, tanto che Spartacus fu un successo di botteghino, ottenne quattro Oscar ed allo stesso tempo fu avversato dalla classe dirigente americana, fino a quando lo stesso presidente Kennedy, dopo averlo visto, espresse un entusiastico apprezzamento.

La scena finale è emblematica: Varinia, moglie di Spartacus, mostra il figlio neonato al marito crocifisso, in una teoria di crocifissi a perdita d’occhio. Dietro il clichè della scena strappalacrime, il vinto diventa vincitore e gli schiavi ribelli si trasfigurano in migliaia di giusti morti in croce.

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4 risposte a SPARTACUS, L’ESSENZA DEL CINEMA IN UN FILM #spartacus #kubrick #kolossal #peplum

  1. loscalzo1979 ha detto:

    Che Kubrick avesse inserito un chiaro messaggio politico nella pellicola è evidente, ma risulta anche evidente come Douglas abbia voluto far tenere alto il lato “epico” della vicenda rispetto invece a una visione più umana di Spartaco, della sua rivolta e dei perché della stessa.
    Resta comunque un grandissimo film e probabilmente uno degli ultimi colossal “impegnati” realizzati in quel periodo

  2. albertomassazza ha detto:

    D’accordissimo. Questa dicotomia tra l’impegno politico di Kubrick e i canoni hollywoodiani di Douglas, ha fatto si che il film rimanesse mirabilmente sospeso tra questi due poli, che poi sono i poli stessi del cinema: la coscienza civica e l’intrattenimento. In questo Spartacus è un capolavoro di Kubrick, nonostante le sue riserve, e del cinema tutto, uno dei più riusciti film didattici della storia.

  3. Fra X ha detto:

    Mi affascina come Douglas passasse con nochalance dai kolossal ai film impegnati con “Spartacus” che è la fusione tra le due anime: un kolossal impegnato.

  4. Pingback: Spartacus: recensione del film

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