Detto, con buona dose di ironia, del relativismo celato dietro le dimissioni del Papa, vorrei soffermarmi brevemente su un punto cruciale della polemica portata avanti da Ratzinger.
Il pontefice uscente ha addebitato al relativismo, attraverso la sua supposta degenerazione nichilista, grandi responsabilità nelle peggiori aberrazioni del XX secolo, ivi compresa la Shoah. Io credo che non il vituperato scetticismo abbia potuto portare a esiti tanto nefasti, bensì l’assolutizzazione di determinati valori, siano essi laici o religiosi o relativisti, pergiunta. Il valore che viene ritenuto insindacabilmente assoluto tende a trasfigurarsi in puro simbolo. Conseguentemente, da una metafisica – positiva – dei valori si passa ad una metafisica – negativa – dei simboli; quest’ultima, intollerante nei confronti della scepsi e ormai resasi indipendente dai valori, non può che generare, per la sua affermazione o per la sua difesa, il fanatismo.
P.s.: a proposito, scopro che il professore Umberto Galimberti, alcuni mesi or sono, è arrivato, da una prospettiva differente e con autorevolezza e lucidità ben maggiori, a un esito simile al mio.