Due personaggi apparentemente antitetici, Amleto e Rigoletto, il principe colto e sofisticato e il giullare deforme e livoroso. Eppure, un primo punto d’incontro è lapalissiano: la vendetta e l’incapacità di servirla fredda, nonostante tutti i migliori propositi. Amleto travolge tutto, compreso se stesso, col suo piano vendicativo; Rigoletto, addirittura, finisce per colpire il suo unico affetto, la figlia Gilda.
Ma c’è un altro aspetto che accomuna maggiormente questi due giganti del teatro. Rigoletto lo urla nel suo momento apicale, quando va a reclamare la figlia rapita, “Cortigiani, vil razza dannata”; Amleto, con la sua maieutica inversa, lo fa affiorare dalle stesse labbra dei cortigiani suoi interlocutori, ad ogni minima occasione, tanto da far sembrare il rapporto tra ipocrisia e potere il vero protagonista del dramma.
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