50 SFUMATURE DI ARANCIONE #ingroia #cambiaresipuò #rivoluzionecivile

ingroia

Un’operazione come la lista arancione avrebbe avuto un significato tredici mesi fa, quando il Pd si trovò costretto ad appoggiare il governo Monti. In quel momento, una coalizione a sinistra del Pd, allargata a Sel, avrebbe fatto da pungolo ai democratici, costringendoli a una maggiore attenzione alle tematiche sociali e, conseguentemente, a un’adesione più critica al governo tecnico, pena un’erosione del voto più legato alla tradizione post-comunista. Ma allora, gli stessi che oggi tentano di rientrare in gioco dietro l’icona di Ingroia, videro bene di tirare ognuno per la propria strada, sicuri di raccogliere i voti in fuoriuscita dal Pd, costretto a scelte impopolari dalla contingenza finanziaria. Il fallimento di questa strategia è sotto gli occhi di tutti: il Pd non solo non ha perso consenso, ma, grazie alla capacità di Bersani di tenere la barra dritta, ha rafforzato notevolmente la sua posizione di maggior partito italiano, mentre Idv e Fds, con il loro duropurismo intransigente, hanno perso notevolmente in credibilità, con drastica riduzione di consensi e frantumazione della linea politica.
Ora, col narcisismo che contraddistingue i tribuni del popolo e che non gli consente una sana e doverosa autocritica, questi capetti populisti ritornano alla carica, facendosi scudo con l’integerrimo magistrato antimafia. L’esordio ufficiale non poteva che essere un attacco frontale a Bersani, reo di aver parato il colpo con la mossa strategicamente perfetta di candidare un altro integerrimo magistrato antimafia, Pietro Grasso, nelle proprie liste. Tutto ciò denota un nervosismo tipico di chi conosce la propria debolezza, ma non la vuole ammettere, oltre che un’insipienza strategica imbarazzante: di fronte alle sterminate praterie dell’indecisione e dell’astensionismo, gli arancioni non trovano niente di meglio da fare che mordicchiare i polpacci del centrosinistra. Questa strategia politica ha come unico risultato raggiungibile di far mancare i voti necessari al centrosinistra per un’autonomia piena in senato, facendone condizionare il programma dall’area montiana; questo porterebbe, ad esempio, sui diritti civili ad un ridimensionamento delle riforme previste dalla carta d’intenti, ridando spazio alle istanze conservatrici, particolarmente a quelle legate al Vaticano, che sostengono Monti in quanto baluardo per la difesa dei tradizionali valori cattolici. In soldoni, questo significherebbe che, al posto di una riforma capace di dare piena dignità alle coppie omosessuali, il prossimo parlamento ne potrebbe partorire una raffazzonata, elargita come elemosina, recante ad ogni paragrafo indicazioni di minorità e subalternità nei riguardi delle unioni tradizionali. E lo stesso dicasi per la politica economica, in particolare per le questioni inerenti al lavoro, e per tanti altri aspetti programmatici del prossimo esecutivo.

Se le truppe confuse di Ingroia vogliono acquistare realmente un peso sullo scacchiere politico, devono per forza di cose orientare la ricerca del consenso verso quel 40% di elettori che ancora si dichiarano indecisi o inclini all’astensione, piuttosto che tentare l’assalto a un blocco elettorale che si è già schierato con la proposta dell’asse Vendola-Bersani, con la consapevolezza che quell’asse si è consolidato col ricorso alle consultazioni popolari e con il richiamo costante al collettivo, contro un ventennio politico dominato dalla cultura dell’uomo solo al comando. Pensare di poter far saltare quell’asse con  qualche slogan roboante dal sapore giacobino, un’organizzazione seriale di meet up e un deus ex machina che marchia col suo nome il simbolo stesso del movimento, denota un alto grado di irresponsabilità e un’incapacità completa di lettura della realtà politica.

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9 risposte a 50 SFUMATURE DI ARANCIONE #ingroia #cambiaresipuò #rivoluzionecivile

  1. Il Bradipo ha detto:

    Tanto per non affrontare gli spunti polemici del resto dell’articolo, cosa ti fa pensare che non si sia tentata un’alternativa al PD inglobando SeL? Tale alternativa non era semplicemente possibile, per un motivo semplice: Vendola si è scisso da Rifondazione Comunista proprio per allearsi con il PD; e ha fatto di tutto, svendendosi la biancheria, per mantenere questa alleanza. A Milano Pisapia ha buttato fuori i due consiglieri democraticamente eletti con la Federazione della Sinistra per tenersi buono il PD, preoccupato di dover gestire una coalizione troppo “estremista” e troppo poco pronta alla sottomissione nei confronti dei diktat del partito di Bersani…
    Tra l’altro: il PD non ha perso consenso principalmente per due ragioni: anzitutto ha goduto di una visibilità sui media sconosciuta ad ogni altro partito fino a fine Dicembre; in secondo luogo continua a sostenere la campagna del “voto utile” (e coerentemente ha intenzione di alzare la soglia di sbarramento a Camera e Senato per evitare una volta per tutto di doversi confrontare con la vera Sinistra), ed essendo in buona parte composto dagli ex stalinisti del PCI, un simile discorso lo rafforza a fronte delle palesi divisioni interne.

    • albertomassazza ha detto:

      Le polemiche interne mi interessano poco. Ribadisco che la lista arancione se si presenta al senato non riuscirà ad eleggere nessuno (sbarramento all’8% su scala regionale) e potrebbe far mancare i voti decisivi al csx per una maggioranza chiara. Ribadisco che questa operazione doveva essere fatta quando è entrato in carica Monti, in modo da costringere il Pd a un atteggiamento più critico nei confronti del governo. Di chi siano stati gli errori, chi abbia fatto lo snob, poco mi interessa, anche perchè ognuno ha il suo punto di vista e non si otterrebbero altro che sterili e controproducenti polemiche. Nel mio piccolo, io ho costantemente invocato una coalizione di sinistra nei primi mesi del governo Monti, ma ognuno ha preferito portare acqua al proprio mulino, convinti di un crollo del Pd che non c’è stato. Ora è troppo tardi.

    • dona ha detto:

      Vendola è uscito dal prc per il semplice motivo che una lista di SINISTRA senza più bandierine non stava più nella logica di Ferrero e di tutti i gruppettari interni, quindi la lista di sinistra fu rifiutata a Chianciano cantando sul palco bandiera rossa a squarciagola..ora cantategliela ad Ingroia Orlando e ai girotondini..se potete.

  2. Il Bradipo ha detto:

    Anzitutto bisogna premettere che, come d’altronde hai fatto notare nel tuo articolo, il 35-40% di elettori indecisi peserà molto più della coalizione Arancione nella prossima tornata.
    Tra l’altro i sondaggi hanno un margine di errore congenito del 3%, e a campagna elettorale appena iniziata è difficile fare seri pronostici,
    In secondo luogo, al PD farebbe comodo avere, oltre ad un centro pretenzioso, anche un’ala sinistra alla quale appoggiarsi; in questo modo potrebbe accontentare la propria (nutrita) fazione interna di Sinistra e l’alleato SeL pur mantenendosi un Centro attivo e favorevole su alcune leggi.
    La questione di Pisapia e Milano non è affatto una “polemica interna” perché ha coinvolto diversi partiti e non è stata una faida interna al PD. L’ho citata solo per chiarire che il PD è democratico quando gli fa comodo, e sta consapevolmente lavorando per non far entrare in parlamento la vera Sinistra, che potrebbe metterlo in difficoltà su alcune questioni cruciali, dalle liberalizzazioni al sostegno alla TAV…

    • albertomassazza ha detto:

      ogni opinione è legittima, ma bisognerebbe andare oltre alle questioni su chi è veramente di sinistra o chi è più di sinistra…Molti sostenitori di Ingroia continuano a dire, per esempio, che quanto succede in Siria è colpa dell’imperialismo americano, posizioni che io trovo anacronistiche e insostenibili e dalle quali Vendola, che secondo te è un venduto, ha fatto bene a staccarsi…Poi c’è la retorica che demonizza il fiscal compact ma che non da nessuna soluzione al problema cruciale del debito pubblico…Dialogare significa esporre le proprie convinzioni alla critica altrui, non ergersi a paladini del popolo e lanciare ultimatum agli altri che, tra l’altro, hanno un consenso decisamente maggiore.

  3. Il Bradipo ha detto:

    Mi dispiace sembrare polemico, ma mi sento in dovere di rispondere.
    Non so cosa pensano alcuni sostenitori di Ingroia in merito alla questione siriana. La linea della Federazione della Sinistra è quella di diffidenza sia verso Assad che nei confronti dei ribelli. L’imperialismo americano ha già colpito in molti conflitti civili (dalla Corea al Vietnam alla Jugoslavia alla Libia), quasi sempre con risultati disastrosi: basti considerare che in Libia alla caduta di Gheddafi (avvenuta con l’utilizzo di missili e armi pesanti anche sulla popolazione civile) è seguito un conflitto etnico scatenato dai ribelli che dura ancora e che sembra abbia provocato decine di migliaia di morti. Non mi fiderei troppo della NATO nella risoluzione di tali problemi…
    Vogliamo parlare delle posizioni del PD in politica estera? Perché non ricordare, allora, che mentre Israele bombardava la popolazione civile palestinese come pura rappresaglia al lancio di razzi Qassam (a loro volta rappresaglia per l’uccisione di alcuni leader di Hamas da parte dell’aviazione sionista) Renzi difendeva “senza se e senza ma” il diritto all’autodifesa di Israele quando era palese che di questo diritto Israele stava abusando? E Renzi è appoggiato da un buon 40% degli elettori del PD…
    Quanto alle soluzioni in merito al debito pubblico ti invito a leggere “Pigs! La crisi spiegata a tutti” di Paolo Ferrero, e ricordo che il perseguimento del pareggio di bilancio era incostituzionale fino all’arrivo dei “tecnici”. Destra e Sinistra storica, nell’800, sono crollate proprio per aver imposto oneri gravosissimi sulla popolazione pur di conseguire questo obiettivo.
    Infine, mi sembra che tutti si ergano a “paladini del popolo”, con la differenza che il Movimento Arancione critica gli abusi, la crisi morale e le scorrettezze del PD.

  4. albertomassazza ha detto:

    L’imperialismo americano è morto e sepolto…ha tentato di risollevarlo Bush figlio, ma non c’è riuscito. Il Pd ha tante magagne, come tutti, arancioni compresi, ma è l’unico ad avere una struttura in grado di dare un governo all’Italia. A mio parere, il miglior governo possibile.

  5. mimmo ha detto:

    il problema di Vendola è che si è incartato, dopo aver perso le primarie, anche perchè pensava che le altre parti della sinistra radicale non ci fossero più (ed effettivamente rischiavano di essere ad un passo dallo sfascio completo). Poi si sono inventate sta cosa (di successo) spiazzando pure il resto del costituendo movimento arancione (costringendo i professori di “Cambiare si può” ad arrendersi e a Rifondazione di rincorrere Ingroia. Le offerte a Vendola ci sono state prima durante e dopo il governo Monti e le primarie, come ci sono state verso il PD da Di Pietro, Diliberto e dai verdi (e per fare questo hanno rischiato la lite con Rifondazione) ma sono state completamente snobbate (Bersani arrivò a ringraziare pubblicamente i goliardi di “Marxisti per Tabacci” e nulla disse a Di Pietro e ai Comunisti Italiani che pure avevano dato indicazione ai loro di partecipare alle primarie e di sostenere Bersani al ballottaggio). Capisco che non tutti possano appassionarsi al dibattito tra le “forze minori” (soprattutto se sono del PD), ma per analizzare gli “altri” bisognerebbe almeno conoscerli un poco. Su una cosa hai ragione: adesso è troppo tardi. la sinistra radicale ha trovato il suo jolly e pure una quadra tra i loro rapporti. Ora quel che succede succede. Le altre forze in politica esistono e bisogna comunque tenerne conto. non si può pretendere che gli altri si suicidino e basta per non disturbare i piani altrui. Mimmo

  6. albertomassazza ha detto:

    Dico solo che per 13 mesi funzionari e militanti di idv e fds non hanno fatto altro che dipingere Bersani come un colluso, inciucione, servo della chiesa eccetera eccetera eccetera…ma sicuramente stavano scherzando, solo un po’ di sana goliardia!

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